Su questo argomento preferisco utilizzare sempre il condizionale altrimenti il giudizio e la valutazione posso diventare fuorvianti poichè non possiamo pensare di pretendere un risultato uguale per tutti, visto che i bambini hanno capacità, talento, maturazione ed esperienze molto diverse e non usciranno tutti con le stesse competenze. Io mi concentrerei su alcuni “obiettivi prioritari” da sviluppare e quindi tornerei all’istruttore e non ai bambini. Loro dovranno solo essere consapevoli che l’attività svolta sia principalmente divertente e motivante e che più avanti darà i suoi frutti e diventeranno tutti più bravi. Metterei al centro del lavoro l’aspetto motorio/fisico e cognitivo. Saper giocare, conoscere il gioco e farlo sempre meglio, in maniera sempre più funzionale.
Questo concetto deve essere considerato per tutti i bambini, quelli bravi e meno bravi, quelli alti e meno alti, quelli coordinati e meno coordinati, per tutti!
Aspetto Motorio: si ripercuote sulla tecnica,
Aspetto Cognitivo: si ripercuote sulle scelte e sul gioco, sulle capacità tattiche individuali
Penso sia inutile elencare gli obiettivi specifici perché sono ormai noti e vengono approfonditi nei
corsi di formazione, mi sembra però necessario richiamare alcuni elementi specifici su cui
suggerisco di lavorare:
Rapporto con la Palla: mani/corpo/piedi
Mani: Trattamento/Sensibilità/Forza
Piedi: Appoggio/Equilibrio/Salto/Ricaduta
Corpo: inserire la palla nello schema corporeo/ Saltare con la palla/ Spostare contemporaneamente
palla e copro in tutte le direzioni. Stabilizzare il CORE.
Da questo lavoro generale si vanno a toccare tutti i fondamentali, verso i quali consiglierei una
attenzione specifica su:
- Palleggio spinto/protetto/in arretramento;
- Palleggio e arresto: precedenza a quello ad “un tempo” perché fornisce maggiore equilibrio
e consente una simmetria nel lavoro dei due arti inferiori durante la spinta per il salto; - Palleggio e cambio di mano: frontale, più funzionale e utile per attaccare/tra le gambe, più
protetto - Passaggio a due mani a campo aperto, dalla corsa;
- Passaggio sotto pressione difensiva: equilibrio/contatto/piede perno/rapidità di
esecuzione/utilizzo delle finte/punto di mira - Tiro: terzo tempo sotto pressione fisica/dopo arresto se c’è spazio, comunque saltando
Il Gioco: molto lavoro sull’1c1, variando distanze dal canestro e numero di palleggi da utilizzare/molto gioco 2c1+1 e 3c3;
Il nostro gioco è già di per se cognitivo e semplice da capire e diventa più complicato man mano che i ragazzi crescono fisicamente e tecnicamente. Nel minibasket penso sia sufficiente fargli capire l’importanza di condividere e di giocare insieme per raggiungere l’obiettivo di fare bene in difesa e in attacco. Non devono tirare sempre e per forza ma dovranno imparare ad attendere il loro momento con pazienza. Provare sempre il gioco 1c1 e scegliere correttamente le soluzioni del momento. Avere sempre un atteggiamento propositivo, aggressivo e dinamico, scegliendo i momenti giusti per muoversi insieme ai compagni.