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Ciao oggi vorrei proseguire e approfondire la questione dell’alimentazione giornaliera adatta ai bambini in età scolare. per chi non avesse già fatto, vi consiglio di leggere i miei articoli precedenti

10 ottimi consigli per abituare i nostri bambini ad una sana alimentazione;

La giusta alimentazione negli anni della crescita;

Fattori che influenzano le abitudini alimentari e gli stili di vita dei bambini;

La prima colazione;

cosa consumare prima di un allenamento o di una partita


L’abitudine di frazionare la giornata alimentare in più pasti, inserendo anche 1-2 piccole merende, può aiutare a far fronte alle particolari esigenze in calorie e in principi nutritivi tipiche di questa età, a ridurre il carico digestivo e a ottenere una migliore efficienza nel controllo della glicemia. Infatti, per chi fa una prima colazione adeguata, un piccolo spuntino a metà mattina è utile perché consente di mantenere costante l’attenzione durante il lavoro scolastico e di arrivare meno affamati all’ora di pranzo. Per contro, una merenda troppo ricca può determinare un impegno digestivo elevato, che può influenzare l’attenzione e l’apprendimento, oltre a ridurre l’appetito per il pasto successivo che sarà, perciò, consumato in quantità insufficiente, alterando così il giusto ritmo della giornata alimentare.

La merenda deve essere adattata allo stile di vita del bambino: se ha uno stile di vita molto attivo, bisogna tenere in considerazione questa caratteristica e offrire una merenda leggermente diversa rispetto a quella del bambino che ha uno stile di vita più sedentario.

Anche lo stesso bambino avrà bisogno di una merenda diversa il giorno in cui praticherà attività sportive, rispetto a quello in cui starà solo seduto a studiare. Esempi pratici di merende sono riportati nella. E’ possibile includere tutto nelle merende, saltuariamente anche alimenti che hanno un significato di gratificazione come i dolci, facendo molta attenzione alle porzioni: una merenda è una merenda e non un pranzo. 

Esempi di Merenda per bambini:

  • 1 frutto medio (100g) 
  • 1 yogurt intero (125g) 
  • 1 frullato di frutta (latte intero) 
  • Pane e marmellata (50g di pane e 20g di marmellata) 
  • Pane e cioccolato (50g di pane e 15g di cioccolato) 
  • Pane e pomodoro (50g di pane, pomodoro, olio 5g) 
  • Pane e formaggio (50g di pane, 20g di formaggio semi-stagionato tipo caciottina) 
  • 1 fettina di ciambellone o una merendina tipo pan di spagna non farcita (50g) 
  • Frutta secca a guscio non salata e non zuccherata (30g) 
  • Pizza bianca o al pomodoro (50g) 
  • Gelato (60g)

Bisogna inoltre tenere conto dell’alimentazione dei bambini a scuola: il menu scolastico è costruito sulle esigenze energetiche e nutritive dei bambini, per cui un parziale rifiuto, magari dovuto ad una precedente merenda poco adeguata, comporta una mancata copertura dei fabbisogni e può favorire l’adozione di scorrette abitudini alimentari, come gli spuntini ipercalorici. Per ottimizzare l’efficacia educativa della ristorazione scolastica, i punti chiave su cui è fondamentale agire sono: 

  • Incoraggiare i bambini a mangiare il pasto della mensa scolastica, anzitutto aumentando la consapevolezza dei genitori sulla valenza educativa di tale pasto, anche se percepito “non buono come quello di casa”. È bene, infatti, che il bambino superi la limitazione di gradire solo quello che gli viene preparato a casa. 
  • Favorire una maggiore informazione ai genitori sul pasto scolastico e, soprattutto, su come integrare gli alimenti forniti a pranzo con quelli del pasto serale e quanta importanza rivesta una prima colazione adeguata. Sarebbe auspicabile realizzare incontri o seminari di educazione alimentare per i genitori, attraverso e con l’ausilio di personale professionalmente preparato. Ciò contribuirebbe a diminuire la diffidenza e/o annullare l’atteggiamento negativo che può avere il genitore e qualche volta anche l’insegnante – e di riflesso il bambino – verso il pasto della mensa; gli insegnanti sono un riferimento importante per bambini e ragazzi. Se un insegnante non mangia con i bambini, o denigra la qualità del pasto, sarà difficile che questi lo gradiscano. Per contro, i genitori devono trovare conforto e fiducia nell’insegnante che si preoccupa non solo delle discipline scolastiche, ma anche dell’atteggiamento dei bambini nei confronti del cibo. Sono fasi delicate e i comportamenti critici devono essere segnalati perché possono celare dei disagi ed essere prodromici di disturbi del comportamento alimentare. 
  • Incoraggiare il consumo di merende adeguate soprattutto per le quantità.
  • Scoraggiare il ricorso al pasto da casa quando non ce ne sia reale bisogno. Le motivazioni sono sia per la sicurezza igienico-sanitaria (pasto che rimane a temperatura ambiente per molte ore), sia per favorire comportamenti di socializzazione ed eguaglianza con gli altri bambini. 
  • Promuovere nella scuola percorsi di “educazione al gusto” per bambini e ragazzi e di attività pratiche coinvolgenti, che favoriscano esperienze ricche di emozioni sensoriali. 
  • Favorire una maggiore diffusione a scuola dell’educazione alimentare da parte di insegnanti adeguatamente formati e/o aggiornati, in collaborazione e con il sostegno di personale esperto in materia nutrizionale e con l’adozione di idonei strumenti e metodologie.
  • Avviare una politica per la gestione degli scarti alimentari intesa a ridurre lo spreco attraverso un’adeguata educazione, un’oculata programmazione degli acquisti, una verifica del maggiore gradimento delle pietanze proposte e una gestione dei rifiuti secondo i criteri della raccolta differenziata.

Fonte: NUTRIZIONE, C. D. R. A. E. (2018). Linee Guida Per Una Sana Alimentazione. Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione: Roma, Italy.


Di

Biologo iscritto all'ordine nazionale dei Biologi con laurea specialistica in scienza della nutrizione umana e personal trainer diplomato alla scuola nazionale personal trainer

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