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Fattori che influenzano le abitudini alimentari e gli stili di vita dei bambini

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Ciao a tutti, spero che il mio contributo sia di interesse per tutti voi, quindi oggi proseguirò affrontando il ruolo fondamentale che la famiglia ha per una sana alimentazione. Vi consiglio inoltre, per chi non l’avesse già fatto, di leggere i miei precedenti articoli: 10 ottimi consigli per abituare i nostri bambini ad una sana alimentazione e La giusta alimentazione negli anni della crescita.

I fattori che influenzano le abitudini alimentari e gli stili di vita negli anni della crescita.

In questa fase della vita soprattutto l’ambiente familiare gioca un ruolo fondamentale nel modulare il comportamento alimentare. Infatti, il processo di apprendimento si attiva attraverso l’osservazione e l’imitazione di modelli (genitori, insegnanti, amici, ma anche personaggi dei cartoni animati) e si modifica in funzione del modello. Il bambino impara, quindi, ad accettare gli alimenti attraverso l’osservazione del comportamento alimentare dei propri genitori e il loro esempio nel consumo di certi alimenti e, nel caso dei bambini più grandi, esaminando i loro giudizi negativi o positivi, che costituiscono fattori di indirizzo verso abitudini alimentari sane o sbagliate che siano. L’ambiente domestico è quindi di estrema importanza. La disponibilità familiare di un’ampia varietà di prodotti alimentari e la varietà delle preparazioni aiutano a superare le barriere al consumo di certi alimenti, in particolar modo verdura e frutta che in questa fascia di età sono particolarmente critiche. Non sempre però nell’ambiente familiare si determinano sufficienti occasioni di scelte variate: così un’alimentazione monotona dei genitori, i quali per abitudine o per fretta, circoscrivono le possibilità di scelta ad una ristretta gamma di alimenti, limita l’esposizione dei figli a nuovi sapori, a nuove ricette, a nuovi stimoli. 

A volte può succedere invece che i genitori commettano l’errore di forzare i figli all’assunzione di certi alimenti o di usarli come ricompensa o castigo, quasi sempre ottenendo effetti opposti a quelli sperati. Perciò, per migliorare la qualità della dieta del bambino è importante che la famiglia crei modelli alimentari “sani”, che possano influenzare positivamente la scelta della varietà alimentare; che non si cada nell’abitudine di proporre sempre le solite cose che il bambino ha mostrato di accettare facilmente, che si rinunci anche solo dopo pochi tentativi, a ripresentare pietanze che il bambino altre volte ha rifiutato; che non si forzi il bambino a mangiare un alimento non gradito per evitare di generare risultati opposti a quelli sperati, ma si riproponga in altre occasioni, magari cucinato in maniera differente; che si aiuti il bambino nell’accettazione dell’alimento coinvolgendolo nel fare la spesa e nella preparazione dei pasti, assaggiando magari insieme le nuove pietanze; che si abbia sempre disponibilità in casa e si variano spesso i tipi di frutta e verdura; che si rendano più appetibili al bambino, attenuandone il sapore amaro, alcune verdure come cicoria, radicchio, carciofi, ecc. affiancandole a vegetali dal sapore più dolce, come carote, zucca gialla. 

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Ricordiamo inoltre, che insistere ripetutamente per incitare a mangiare o i tentativi di distrarre il bambino mentre mangia per indurlo a mangiare ancora di più sono comportamenti scorretti e correlati con la comparsa di obesità a lungo termine. Anche il ricorso a regole restrittive e divieti troppo severi sul consumo di alimenti ricchi di zuccheri e di grassi può essere controproducente perché ne aumenta il desiderio in quanto percepiti dal bambino come “cibi proibiti”. Attenzione anche a commenti critici sulle persone in sovrappeso o obese in presenza del bambino, o all’adozione di comportamenti alimentari restrittivi; l’elogio della magrezza per fini estetici e la stigmatizzazione del grasso sono atteggiamenti pericoloso che possono aumentare il rischio di disturbi dell’alimentazione in una fascia di età particolarmente delicata. La neofobia e la selettività La “neofobia alimentare” è il rifiuto di provare nuovi alimenti e nuovi sapori. L’atteggiamento neofobico si manifesta con il rifiuto soprattutto di verdure e frutta, ma anche di molti alimenti proteici di origine animale ed è un comportamento che può ridurre la qualità e la varietà della dieta. La neofobia alimentare interessa circa il 20-30% dei bambini: inizia a partire dallo svezzamento, quando si introducono nella dieta nuovi alimenti, per raggiungere un picco tra i 2 e i 6 anni di età, per poi generalmente diminuire progressivamente fino al raggiungimento dell’età adulta. Tuttavia, in alcuni casi permane e condiziona la varietà della dieta anche in questa fascia di età. La neofobia va distinta dalla “selettività” (pickiness), ossia la scelta mirata solo di alcuni cibi e il rifiuto di altri, fenomeno anch’esso comune durante l’infanzia e che può persistere anche in età adulta. Neofobia e selettività alimentare possono avere effetti problematici, che possono innescare gravi disturbi del comportamento alimentare. 

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Fortunatamente è possibile ridurre il rifiuto di alcuni alimenti attraverso l’apprendimento precoce: come già detto, l’esposizione ripetuta e non forzata ad alimenti diversi per abituare il bambino al nuovo sapore, ha effetti positivi sul gradimento e sul consumo ed è probabile che tali alimenti siano accettati in seguito, purché non siano associati a emozioni negative. Screen time: il tempo davanti al televisore, computer e altri dispositivi elettronici I bambini di oggi crescono immersi nei media digitali, che hanno sia effetti positivi, che negativi sul loro sviluppo. Il numero di ore trascorse davanti al televisore e al computer in maniera statica (lo screen time) oltre che essere stimolo alla sedentarietà e a sottrarre tempo ai giochi all’aria aperta, è direttamente correlato con un consumo eccessivo di cibo, con l’obesità e con patologie metaboliche o cardiovascolari. In Italia una gran parte dei bambini e dei ragazzi impiega molto del proprio tempo in tali attività sedentarie, andando ben oltre le raccomandazioni al riguardo. È perciò necessario porre limiti coerenti sul tempo dedicato ai videogiochi (compresi smartphone), ai computer, alla televisione, alle varie tipologie di media, riducendolo il più possibile, in modo che questi non occupino il posto di attività, anche ludiche, che comportino impegno fisico, possibilmente all’aria aperta, dell’attività sportiva, di altre attività da dover svolgere durante la giornata (come studiare) e, non ultimo, non pregiudichino le ore di sonno. Infatti, una durata del sonno insufficiente nel bambino è associata anche a una peggiore qualità della dieta e a un aumento del rischio di obesità, oltre che a disturbi dell’attenzione e in generale a tutte le controindicazioni dovute alla mancanza di un riposo adeguato. Per limitare il più possibile lo screen time, è consigliato di eliminare il televisore dalla camera da letto dei ragazzi, invogliarli a fare attività fisica fuori casa e a socializzare con i coetanei; è anche suggerito di ritagliarsi nella famiglia occasioni conviviali, come ad esempio il momento dei pasti, liberi da televisori, cellulari, tablet e media vari. Buone abitudini alimentari e stili di vita per migliorare la salute del bambino. 


Fonte: NUTRIZIONE, C. D. R. A. E. (2018). Linee Guida Per Una Sana Alimentazione. Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione: Roma, Italy.


Di

Biologo iscritto all'ordine nazionale dei Biologi con laurea specialistica in scienza della nutrizione umana e personal trainer diplomato alla scuola nazionale personal trainer

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