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Saper costruire correttamente una lezione di minibasket

Proseguiamo e approfondiamo la parte relativa alla costruzione corretta di una lezione di minibasket, vi consiglio di leggere il mio post precedente: Le competenze dell’istruttore di minibasket – saper programmare.

La struttura di una lezione si basa su alcune regole fondamentali:

  • deve essere adeguata;
  • deve avere contenuti precisi;
  • deve divertire;
  • deve incuriosire e affascinare;
  • deve essere organizzata in funzione del “tempo di impegno motorio”;
  • deve essere ricca e varia di proposte;
  • deve essere modulare;
  • deve essere elastica.

Adeguata: all’età, alle capacità e alla natura dei bambini. Per obiettivi definiti e raggiungibili. Per il livello di difficoltà dei giochi e degli esercizi che stimolino motivazioni ed entusiasmo per il fatto di riuscire ad imparare cose nuove e a sentirsi più bravi

Deve avere contenuti precisi in funzione di un modello di riferimento del minibasket che vogliamo insegnare e di obiettivi ben chiari stabiliti attraverso una programmazione corretta;

Deve divertire utilizzando sempre una forma ludica nelle proposte. Giochi collettivi, confronti individuali o a piccoli gruppi dove alla fine viene premiato chi vince o si dimostra più abile;

Deve incuriosire e affascinare perché i bambini amano scoprire e conoscere cose nuove.
L’istruttore deve saper fare delle proposte diverse ma sempre legate ad un obiettivo preciso, cambiando i giochi e variando continuamente la struttura delle lezioni senza ripetere mai la stessa per due volte di seguito;

Il “tempo di impegno motorio” è il parametro di riferimento della lezione e si riferisce al tempo di movimento effettivo dei bambini. Organizzare bene la lezione significa evitare tempi morti, attesa in file lunghe, spiegazioni particolareggiate, correzioni eccessive. L’istruttore deve far lavorare i bambini più tempo possibile per aumentare le loro esperienze motorie rispettando il giusto parametro del carico con tempi corretti di recupero, ne poco ne troppo;

La ricchezza e la varietà delle proposte rendono la lezione più interessante e soprattutto stimola l’attenzione dei bambini. Ripetere sempre lo stesso schema con gli stessi esercizi procura assuefazione al compito e ciò è negativo. I bambini sanno già come si svolgeranno i giochi, con quali tempi e, molto spesso, anche con i soliti vincitori. Viceversa, inserire variazioni e proposte nuove li rende attivi e interessati perché affascinati e impegnati dalla novità;

La lezione modulare si svolge lavorando sui giusti tempi di esecuzione e recupero. Dopo l’attivazione il livello fisico e attentivo deve avere dei picchi di lavoro e di recupero ma senza tornare alla condizione di partenza. Non bisogna mai far riposare eccessivamente i bambini o abbassare il loro livello di soglia attentiva e motivazionale. Stimolarli continuamente su un compito anche quando sono in attesa nelle file come ad esempio giocare con la propria palla, essere pronti a fare da appoggio in un gioco, leggere le scelte che fanno i compagni della stessa fila;

L’elasticità della lezione va ricercata nel semplice concetto di adattamento o addirittura di cambiamento totale dei giochi se ciò che viene proposto non suscita interesse. Se l’istruttore si accorge che non funziona è meglio cambiare e proporre dei giochi più divertenti, magari che vanno fuori dagli obiettivi della lezione, ma che mantengono alto il livello motivazionale. Ciò accade spesso in alcuni periodi come ad esempio a fine anno, quando arrivano in palestra bambini stanchi e sovraccarichi di impegni scolastici e di altro genere.


Come tutti ben sappiamo la struttura della lezione si articola su tre parti:

  • Fase di attivazione;
  • Fase centrale;
  • Fase finale.

Nella fase di Attivazione l’istruttore generalmente lavora sull’educazione degli schemi motori e posturali, delle capacità motorie e coordinative. Può essere svolta in forma libera, sotto forma di gioco, con piccoli attrezzi o guidata dall’istruttore con esercizi di coordinazione generale;

La fase Centrale è dedicata all’insegnamento dei fondamentali e delle loro combinazioni. E’ importante richiamare il lavoro svolto in precedenza per verificarlo. Utilizzare situazioni generalmente presenti nel gioco del minibasket;

La fase Finale è dedicata al gioco, o ai giochi finali per i più piccoli. La partita per i più grandi è la verifica del lavoro svolto e dovrà occupare sempre più spazio nell’ambito della lezione.


Nella gestione delle attività si devono seguire le seguenti tappe:

1) Spiegazione e dimostrazione dell’istruttore

L’istruttore spiega sinteticamente e in maniera molto chiara il gioco da eseguire e dimostra correttamente le esercitazioni in esso contenute, cercando di stimolare nei bambini la ricerca di soluzioni corrette. Verifica progressivamente il loro grado di apprendimento. Spiegazione e dimostrazione devono essere fatte in modo chiaro, sintetico, preciso e comprensibile per tutti. La dimostrazione può essere fatta in due modi:

  • Globale, al termine della spiegazione;
  • Analitica, accompagnata alla spiegazione. Mentre l’istruttore spiega dimostra lentamente.

Nel secondo caso bisogna far seguire una dimostrazione globale, completa, con i tempi e la velocità giusta dell’esercizio, altrimenti i bambini eseguiranno lentamente il compito, proprio come dimostrava l’istruttore mentre parlava.

2) Esperienza pratica dei bambini

I bambini provano i gesti e i movimenti proposti per un periodo di tempo sufficientemente lungo, per arrivare a trovare la soluzione corretta. L’istruttore deve concedere il tempo necessario a capire come si gioca e come si esegue un gesto, non deve interrompere continuamente il gioco, deve dare consigli, non soluzioni, e deve lasciare ai bambini la possibilità di sbagliare e di correggersi da soli, invitandoli a ragionare su ciò che stanno applicando.

3) Esperienze di competizione e di gara

Si devono sempre proporre esperienze di confronto individuale e di gruppo per mezzo di gare o giochi con i quali i bambini misurano le loro capacità, verificano le potenzialità, imparano ad affrontare la sconfitta e a gestire correttamente la vittoria. Gare come “Prodotto” e non come “Processo”, utili cioè per valutare gli apprendimenti. Devono coinvolgere tutti i bambini e devono essere del giusto livello, ne troppo difficili ne troppo semplici, in modo tale che stimolino la massima applicazione e motivazione. La gara è l’unico esercizio non riproducibile in allenamento per via della carica emotiva che racchiude.
Il principio pedagogico fondamentale deve essere la capacità da parte dell’istruttore di mantenere una corretta progressione didattica nelle esercitazioni, proponendo giochi con difficoltà crescenti che stimolino in ogni lezione l’apprendimento, l’attenzione e l’interesse dei bambini. Gli elementi da considerare per valutare una corretta progressione didattica sono:

  • Difficoltà che dipendono dalla novità del gesto;
  • Difficoltà relative alla coordinazione segmentaria di più parti del corpo;
  • Difficoltà dipendenti dall’equilibrio;
  • Difficoltà dipendenti dalla velocità richiesta, dalla frequenza elevata nei
    movimenti, dal ritmo e dallo spostamento nello spazio;
  • Difficoltà dipendenti dal livello di intensità del carico;
  • Difficoltà dipendenti dalla reazione fisica all’esercizio, la fatica

Vi aspetto con il prossimo articolo dedicato a: Saper costruire progressioni didattiche corrette e saper correggere


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