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Le competenze dell’istruttore di minibasket (parte 1)

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Saper programmare

Iniziamo oggi una serie di articoli dedicati agli istruttori e alle competenze che devono avere per insegnare il minibasket. Oggi mi focalizzerò sull’importanza della programmazione

Vorrei condividere alcune riflessioni sui comportamenti e sui compiti che un istruttore di minibasket deve saper gestire sul campo durante una lezione. Come ben sappiamo le lezioni non sono tutte uguali per via dei diversi approcci che si possono e si debbono avere con gruppi di età e capacità diverse. Tutte però devono essere gestite attraverso alcuni compiti che sono sempre presenti e sono di specifica competenza del capo istruttore. Le operazioni pratiche gestite correttamente sul campo aiutano a far funzionare meglio la lezione perché elimina, o diminuisce considerevolmente, i tempi morti permettendo così ai bambini di lavorare di più, rendendo la lezione dinamica, divertente e motivante.

Le Competenze dell’istruttore di minibasket devono essere strutturate a partire da conoscenze specifiche di tanti campi collegati all’insegnamento. Conoscere la tecnica e la tattica di gioco ed avere qualche nozione organizzativa possono essere dei validi punti di partenza, ma da soli non sono sufficienti a rendere funzionale il processo Insegnamento/Apprendimento. I campi del sapere da dove attingere informazioni sono tanti e l’istruttore dovrà cogliere le informazioni necessarie, da collegare tra di loro, per acquisire la “competenza delle competenze”: Saper Insegnare.

Bisogna precisare che la conoscenza non è sufficiente se non si riesce ad applicarla sul campo, e il
“fare pratico dell’istruttore” è basato sulla capacità di unire in una unica azione tante conoscenze di diverse aree del sapere. A cosa serve, per esempio, conoscere bene le caratteristiche della frequenza cardiaca e della frequenza respiratoria nei bambini se non si riescono ad utilizzare per stabilire la durata dei giochi e la suddivisione del numero dei bambini nelle squadre per fare esercizi, gare e partite? Tutto deve avere un riscontro pratico e i principi teorici devono essere collegati al campo.
In questa serie di articoli analizzeremo alcuni aspetti importanti che, a mio parere, ogni istruttore dovrebbe saper padroneggiare nel suo lavoro, che sono:

Saper programmare

L’Organizzazione del lavoro è alla base della corretta gestione delle attività e la Programmazione è la tappa di partenza. Saper programmare un percorso strutturato per tutto il corso dell’anno sportivo permette all’istruttore di tenere sotto controllo le attività e le possibili variabili che possono interferire sul buon andamento delle cose. Bisogna innanzitutto distinguere tra “Programma” e “Programmazione”, dove il primo si identifica in una struttura “rigida”, valida per le caratteristiche di uno specifico gruppo di bambini ma difficilmente adattabile ad altri gruppi, mentre la seconda è una struttura “elastica”, progettata a partire dallo studio delle caratteristiche di uno specifico gruppo di bambini e costantemente adattata ai diversi cambiamenti che possono susseguirsi durante tutto il periodo di lavoro. Il Programma è qualcosa di “Statico”, riproducibile, mentre la “Programmazione” è legata ai reali bisogni dei bambini che appartengono ad uno specifico gruppo, quindi non riproducibile. Per iniziare a chiarire meglio il concetto relativo all’attività di Programmare partiamo da una definizione di Pellegrini-Sotgiu:

“Individuare – Definire e Organizzare una strategia operativa, che modifichi i comportamenti dei
bambini, il loro modo di Percepire, Pensare e Agire”

Possiamo definirla un circuito di operazioni fondamentali che vengono eseguite per individuare le varie fasi di una “Azione Didattica” che sia verificabile, migliorabile, trasferibile,
perché collaudata sulla base di un progetto realizzato, ma non riproducibile poiché i soggetti
dell’Insegnamento, quindi i bambini, le condizioni e l’istruttore stesso, sono sempre differenti e
variabili. Essa è un ottimo strumento per:

Programmare per obiettivi significa:

  • Definire con precisione le abilità e le azioni che un bambino, o un gruppo di bambini, al termine di un piano di formazione sportiva deve saper realizzare;
  • Identificare il percorso formativo scomponendolo in tutte le sue parti, in modo tale da poter inserire una verifica che consenta di realizzare interventi di correzione sui bambini, attraverso la ridefinizione delle strategie e degli obiettivi stessi.


Il punto di partenza deve essere la “Concezione di un proprio modello di minibasket” sul quale
costruire una idea di “Programmazione Generale” del percorso. Da qui si scende nell’applicazione
pratica che prevede la suddivisione in cicli di lavoro:

  • Programmazione Annuale;
  • Programmazione periodica: Macrocicli e Microcicli;
  • Progettazione della Lezione.

Dal punto di vista pratico la Programmazione possiamo suddividerla in tre fasi:

  • Fase Pre-attiva: da sviluppare prima dell’inizio delle attività partendo dalla rivisitazione
    delle esperienze fatte negli anni precedenti. Per sicurezza si consiglia agli istruttori di
    prevedere e preparare diversi piani di sviluppo del lavoro;
  • Fase Interattiva: l’applicazione quotidiana del lavoro con gli adattamenti che l’istruttore
    dovrà scegliere di fare nei diversi momenti e nelle singole lezioni, legati la crescita del
    gruppo o a problemi contingenti, come ad esempio la continuità nella presenza;
  • Fase successiva: prevede delle elaborazioni sul percorso appena terminato e delle
    comparazioni con gli anni precedenti, da cui si riparte per preparare le linee guida della
    programmazione dell’anno successivo.

Abbiamo definito la Programmazione una struttura elastica e adattabile perché sono presenti
numerosi fattori che in questa età generano difficoltà nell’attività dei bambini e, di conseguenza,
nell’organizzazione del lavoro dell’istruttore. Essi sono:

  • I pre-requisiti, funzionali e motori, di ciascun bambino;
  • Il livello di esperienza del gruppo;
  • I diversi ritmi di apprendimento per ciascun bambino;
  • La disomogeneità che generalmente caratterizza la composizione del gruppo;
  • La situazione ambientale operativa e le disponibilità della palestra;
  • La continuità didattica nel tempo.

Tutti questi fattori rendono complicata l’applicazione di un percorso lineare e l’istruttore deve
essere in grado di saperli costantemente monitorarli per poter ricorrere ad aggiustamenti e
correzioni sugli obiettivi.

Schema riassuntivo delle tappe della programmazione:

vi aspetto con il prossimo post per parlare di : “Saper costruire correttamente una lezione di minibasket”


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