Focus Miniasket

Dal minibasket al basket, quale integrazione?

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È vero che il nuovo a volte sembra una perdita di tempo rispetto a ciò che si sa già fare
bene, è vero che almeno nove volte su dieci la novità inattesa produce una certa ansia. Ma
incontrare situazioni nuove è l’unico modo per poter acquisire abilità, capacità,
competenze diverse.

Diego agostini, percorsi positivi, 2000

Premessa

Considero il gioco sport del minibasket, non una tappa necessaria e fondamentale per poter giocare a pallacanestro, ma consigliata.
Penso invece ad un “continuum” didattico di un gioco propedeutico appunto il minibasket come strumento polivalente1 e multilaterale2 per poter affrontare il mondo della pallacanestro nel modo migliore.
Parto da questa mia esegesi con l’analizzare le richieste che vengono proposte ai neofiti allenatori di basket, quando approcciano il corso di formazione per allenatore di base, allorquando si devono rapportare con un “atleta- allievo”, che entra nella pallacanestro.

FISICITA’ 3

Il lavoro fisico indispensabile sia per potenziare i mezzi tecnici che per sostenerli nelle condizioni critiche di fatica; in tal senso il lavoro può essere strutturato mediante una preparazione fisica parallela, o mediante un lavoro integrato (vedi area del preparatore fisico).
Il processo cognitivo, molto complesso da un punto di vista metodologico, quello che permette al giocatore non solo di eseguire azioni (o corsi di azioni) predefinite come gli schemi di gioco, ma anche di saper agire in modo autonomo riconoscendo le situazioni e pianificando adeguati piani d’azione.

I CONCETTI FONDAMENTALI DELLA PALLACANESTRO

  • Autonomia: capacità di pensare per operare scelte libere. Aiutare allenatori e giocatori ad analizzare i modelli e ad utilizzarli. Pensare e farsi un’idea del se operativo.
  • Capacità di allenare persone pensanti.
  • Saper riflettere sul proprio fare.
  • Collaborazione: capacità di confrontarsi con un altro collega o un allievo
  • Capacità di incontro, di pensare insieme e condividere una condizione o un obiettivo comune.
  • Essere presenti.
  • Mettere in primo piano la squadra; decidere gli obiettivi comuni.
  • Sapere e saper insegnare. Queste due capacità sono indissolubili l’una dall’altra.
  • Equilibrio: inteso come forma che permette ad una squadra di giocare in un determinato modo. Capacità di autonomia e collaborazione in uno spazio.
  • Spazio/Tempo/Corpo: sono le tre parole chiave per arrivare all’equilibrio e permettono l’analisi del gioco. Lo spazio, la distanza tra i giocatori in rapporto con il campo. Il tempo la scelta per agire. Il miglior tempo il “mentre”.
  • Autonomia e collaborazione in un equilibrio relazionato allo spazio e al tempo.

Di conseguenza, sulla base di quanto enunciato, su cui si formano i nuovi allenatori, vediamo di analizzare gli obiettivi e i traguardi da raggiungere in uscita dal minibasket.
Come sapete ormai da tempo il modello di riferimento FIP MB enuncia i piani su cui si lavora nell’area motoria identificandone fondamentalmente quattro:

Competenze motorio – funzionali4.

Allievi in grado di conseguire adeguati livelli di :

  • padronanza, combinazione e integrazione di tutti gli schemi motori di base.
  • consolidamento dell’adattamento, del controllo e della trasformazione dei movimenti appresi in relazione allo spazio, al tempo e alle situazioni di gioco.
  • consapevolezza della propria capacità fisiologiche (forza – resistenza e rapidità), dei loro cambiamenti in relazione allo sforzo, adeguandole all’intensità e la durata del compito motorio.
  • responsabilità nel mantenimento dei propri livelli di mobilità e flessibilità particolare.

Le mie esperienze a tal riguardo identificano, sia come ex docente di scienze motorie e sportive, sia come allenatore giovanile quanto segue:

In merito alla padronanza, combinazione e integrazione di tutti gli schemi motori di base.

Solo gli allievi “sportivizzati”, (seguono le squadre di pallacanestro della loro società o del loro territorio), che hanno un bagaglio motorio polisportivo5 di base (nuoto, calcio, ciclismo, sci, skateboard, ecc.) o con dei genitori “sportivi” che li seguono e li conducono alle esperienze polisportive1 e multilaterali2, arrivano ad ottenere buoni risultati. Il minibasket da solo senza essere integrato da una buona scuola, buona genitorialità, e buon contesto sociale non è sufficiente ad ottenere i risultati attesi.

In merito al : consolidamento dell’adattamento, del controllo e della trasformazione dei movimenti appresi in relazione allo spazio, al tempo e alle situazioni di gioco.

Allievi che hanno partecipato a lezioni di minibasket in gruppi omogenei, seguendo una programmazione didattica che ha previsto tante situazioni in sottonumero e in sovrannumero, con riferimenti reali a di gioco, proposte con esercizi di problem-solving in situazioni diverse, lavorando molto sul tempo,
sugli spazi e sul corpo inteso come percezione dello stesso nello spazio e nel tempo possono raggiungere buoni risultati.

In merito alla: consapevolezza della propria capacità fisiologiche (forza – resistenza e
rapidità), dei loro cambiamenti in relazione allo sforzo, adeguandole all’intensità e alla durata
del compito motorio.

Entriamo nel merito della consapevolezza del proprio vissuto corporeo, e del percorso che nasce da alcune situazioni gioco proposte, intese a orientare l’allievo ad una corretta postura e schema corporeo a 5/6 anni per poi esercitarsi all‘equilibrio statico e dinamico a 7/8 e all’aggiustamento posturale (Jean Le Boulch), alla tonificazione e solidarizzazione6 bacino-tronco a 10/11 anni.

In merito alla: responsabilità nel mantenimento dei propri livelli di mobilità e flessibilità articolare.

A questo proposito la dinamica della propriocezione nasce da una serie di esercizi appropriati ed eseguiti generalmente nelle fasi di ricerca del tono muscolare funzionale all’inizio delle ore di lezione (riscaldamento funzionale) focalizzandosi sulle senso percezioni corporee. Solo l’abitudine all’ascolto del proprio corpo riesce a fornire un significato di attenzione alla mobilità articolare o flessibilità. Essendo la pallacanestro una disciplina che “regala” poca mobilità articolare, occorre una predisposizione particolare, per farla acquisire.

Competenze socio- relazionali.

Allievi in grado di conseguire adeguati livelli di :

  • consapevolezza dell’importanza dell’efficacia della comunicazione nella relazione, in presenza di situazioni ed aspettative diverse.
  • partecipazione attiva al gioco, anche in forma agonistica, collaborando con gli altri, affrontando le difficoltà e accettando la sconfitta, rispettando le regole, accogliendo le diversità, manifestando il vero senso del FairPlay

In merito alla: consapevolezza dell’importanza dell’efficacia della comunicazione nella relazione, in presenza di situazioni ed aspettative diverse.

La capacità di comunicazione dell’istruttore minibasket è di estrema importanza sia per quello che si propone, ma soprattutto il modo con cui si propone. Il comportamento dell’istruttore è di fondamentale importanza, gli 11 comportamenti dell’Istruttore/Allenatore trasformazionale (Jean Côté) da tenere per comunicare al meglio sono relativi alle aree che riguardano, l’influenza idealizzata, ispirare motivazione, la stimolazione intellettiva e la considerazione personale.
La coerenza nel comportamento degli istruttori, riconoscere i propri errori, condividere gli obiettivi, discutere con gli allievi su obiettivi e aspettative, esprimere fiducia nelle capacità degli allievi, fornire agli stessi compiti significativi e sfidanti, suscitare il loro interesse, condividere responsabilità di leadership, enfatizzare sul processo di apprendimento più che sui risultati di gara, mostrare interesse per i bisogni dell’allievo anche fuori dal contesto di gioco, riconoscere l’impegno da parte degli allievi, può costruire allievi consapevoli e allenabili.

In merito alla: partecipazione attiva al gioco, anche in forma agonistica, collaborando con gli altri, affrontando le difficoltà e accettando la sconfitta, rispettando le regole, accogliendo le diversità, manifestando il vero senso del FairPlay

Anche in questo caso la capacità dell’istruttore di motivare, di osservare il comportamento degli allievi durante le esercitazioni per capire le loro aspettative, le probabili ansie e le loro paure nell’affrontare il gioco, le regole, gli avversari e la figura dell’arbitro. Il comportamento durante la gara dell’istruttore predispone l’allievo/vi in atteggiamenti corretti sia nei confronti dei compagni, degli avversari e della conduzione e andamento di una gara.

Competenze neuro-cognitive.

Allievi in grado di conseguire adeguati livelli di :

  • percezione, attenzione, concentrazione nel riconoscimento e valutazione dei movimenti, delle direzioni e delle distanze, nelle azioni di gioco in relazione allo spazio, al tempo, agli altri e alle regole.
  • la capacità di utilizzare in maniera appropriata e finalizzata il feedback e il feed forward sul piano senso percettivo e motorio (capacità di leggere interpretare le diverse situazioni di gioco)
  • capacità di utilizzare il pensiero divergente (capacità di scegliere in modo funzionale).
  • capacità di risolvere le situazioni problemi di gioco utilizzando come strumenti tecnici i fondamentali di gioco.
  • capacità di cogliere il significato e l’importanza dei primi riferimenti tecnici.

In merito alla: percezione, attenzione, concentrazione nel riconoscimento e valutazione dei movimenti, delle direzioni e delle distanze, nelle azioni di gioco in relazione allo spazio, al tempo, agli altri e alle regole.

Spesso si inizia il percorso di insegnamento del Minibasket portando attenzione particolare agli schemi motori di base poi alle capacità coordinative alle abilità motorie che diventeranno attività sportive. Questo però non è sufficiente in quanto se non si lavora sulle senso percezioni di tipo; uditivo, visivo, propriocettivo e cinestesico non si può pretendere una maggior attenzione e concentrazione nel riconoscimento e nella valutazione dei movimenti e delle distanze.
L’elemento che si deve muovere nello spazio e nel tempo è il corpo, ed il corpo si muove attraverso le percezioni che attivano il movimento, ovvero stimoli e risposte che vanno adeguatamente allenati.

In merito alla: capacità di utilizzare in maniera appropriata e finalizzata il feedback e il feed-forward sul piano senso percettivo e motorio (capacità di leggere interpretare le diverse situazioni di gioco).

Nella programmazione didattica di una lezione di Minibasket non può mancare la retro-azione, ovvero la capacità di osservazione dell’istruzione e del conseguente feedback con la correzione. La previsione dell’andamento dell’azione è un’analisi che fa il bambino nel momento in cui viene stimolato dalle situazioni di gioco che gli si presentano (più e varie possibili) anche di sport diversi ma complementari (polisportività).

In merito alla: capacità di utilizzare il pensiero divergente (capacità di scegliere in modo funzionale) le capacità di risolvere le situazioni problemi di gioco utilizzando come strumenti tecnici i fondamentali di gioco.

Gli esercizi gioco e le situazioni proposte devono avere più soluzioni affinché l’allievo possa capire in base al risultato ottenuto quale sia la miglior scelta da fare. L’Istruttore in questo caso ha la responsabilità e la funzione di fare da catalizzatore al pensiero divergente dell’atleta.

In merito alla: capacità di cogliere il significato e l’importanza dei primi riferimenti tecnici.

Si deve insistere affinché le esercitazioni proposte rappresentino reali situazioni di gioco. La treccia, il tiro senza contrasto, il palleggio senza avversario, il passaggio facile, non rappresenta una situazione reale di gioco quindi, rendere sempre più “difficoltanti” le azioni di gioco aumentando o diminuendo il tempo in cui avviene una difesa, pone come traguardo la conoscenza dei riferimenti tecnici.

Competenze tecniche nel gioco sport

Gli allievi devono conseguire adeguati livelli di:

  • controllo efficace dello strumento nelle diverse situazioni di gioco.
  • utilizzo dei fondamentali, per affrontare le situazioni di gioco anche attraverso la conoscenza dei primi semplici elementi di tecnica e didattica.

In merito al: controllo efficace dello strumento nelle diverse situazioni di gioco e utilizzo dei fondamentali, per affrontare le situazioni di gioco anche attraverso la conoscenza dei primi semplici elementi di tecnica e didattica.

Spesso in passato abbiamo demonizzato i fondamentali individuali come esasperazione del tecnicismo, dobbiamo invece proporre i fondamentali come strumento per aumentare le capacità coordinative in relazione all’utilizzo della palla, nello spazio e nel tempo di gioco. È pur vero che il tecnicismo non deve mai superare le possibilità che ha la persona di poter eseguire un fondamentale tecnico perché a volte manca la coordinazione a volte manca la condizione per una corretta esecuzione, ma nel Minibasket non si può pretendere la perfezione del movimento del gesto tecnico ma la sua acquisizione anche in forma grezza per poi raggiungere il controllo del movimento ed in seguito la disponibilità variabile nell’attuazione del movimento


  1. Perché il carico motorio sia polivalente e necessario che siano predisposti nel corso dell’attività motorie interventi didattici specifici e globali, tali cioè da favorire: lo sviluppo dell’area motoria e delle sue funzioni; lo sviluppo multidirezionale degli schemi motori e posturali; l’acquisizione di abilità motorie; l’integrazione delle funzioni dell’area motoria con quella delle altre aree della personalità (cognitiva, affettiva e sociale.)
  2. Multilaterale afferisce al fatto che il carico motorio va inteso come una scelta dei mezzi, giochi, esercizi, percorsi, circuiti, prove multiple) sia come una particolare organizzazione dei contenuti delle attività: i mezzi devono essere i più diversi e variati, i contenuti devono attivare e affinare progressivamente il maggior numero possibile di schemi motori e posturali per la costruzione di abilità motorie significative per qualità quantità e trasferibilità. di schemi motori e posturali per la costruzione di abilità motorie significative per qualità quantità e trasferibilità.
  3. Dal programma corsi residenziali allenatori di base FIP.
  4. Linee guida Settore Giovanile Scuola e Minibasket FIP
  5. il bambino cresce facendo sport diversi e acquisendo le capacità di tipo coordinativo trasferibili da uno sport all’altro equilibrio per esempio nello sci, dello skateboard, windsurf, spazio temporale dei campi di diverse dimensioni occhio mano pallavolo, tennis, badminton etc. etc..
  6. Sinergismo che si crea tra la parete addominale e la cintura pelvica nella sua modalità osteo-arto-muscolare.

Di

Docente di metodologia dell’Insegnamento e dell’allenamento - Scuola Regionale dello Sport CONI Lombardia

…come in ogni ambito.. apprendere, comprendere, essere stimolati ed incitati a/nel provare e riprovare è fondamentale e..necessario nel e per crescere e…imparare migliorando AB.cap.ego….

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