Programmazione

Non serve essere uguali. Serve guardare nella stessa direzione.

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Credo che la pandemia abbia ulteriormente stigmatizzato le differenze tra noi. Il rischio di profonde e ulteriori divisioni, finalizzate alla salvaguardia della propria sfera ĆØ concreto.
Il mondo dello sport, tutto, ma in particolare quello di base, ĆØ chiamato ad un salto di paradigma: unire le competenze, le professionalitĆ , nel rispetto delle proprie diversitĆ , dei propri, legittimi interessi, e guardare, tutti, dalla stessa parte.
Mai, come in questo momento, la parola sport ĆØ stata associata a termini come: sostegno, opportunitĆ , prevenzione, sviluppo, inclusione sociale, categorie vulnerabili, dipendenze giovanili (di ogni tipo), povertĆ  educativa, empowerment femminile, …
I numerosi bandi di ā€œSport e Saluteā€ sono imbottiti da tali termini. E noi, uomini e donne di sport…?
Noi, operatori sportivi, di ogni categoria, dobbiamo fare quello che lo sport ci ha insegnato: gruppo.
CosƬ come abbiamo imparato che, nonostante sia completamente smarcato, ĆØ bene che l’ultimo tiro lo effettui il mio compagno, se c’è il tempo e se ĆØ libero anch’esso. CosƬ come abbiamo imparato che, se non c’è tempo e non sono marcato, mi devo assumere la responsabilitĆ  del tiro, qualunque sia l’esito, non importa. Allo stesso modo, siamo chiamati, adesso, ad assumerci le nostre responsabilitĆ  e a far bene il nostro lavoro, affinchĆ© lo sport diventi davvero un mezzo per migliorare il mondo.

Il team work

Il team work può essere una delle risposte in grado di cambiare la maniera di affrontare il futuro prossimo. E cosƬ, in un piccolo centro abitato dell’area metropolitana di Bari, di nome Bitritto, un gruppo di conoscenti decide di conoscersi ancora di più, mettendo in comune quello che li appassiona: lo sport, le persone e la loro mente, le persone e il loro corpo, i bambini e il loro crescere sani, la propria comunitĆ . In questo modo, non cosƬ complicato, nasce un ā€œTeam Workā€, unā€™ā€Officina delle Ideeā€, utilizzando la nostra lingua.
Una psicologa e giudice onorario della sezione minori, una mamma assessore alle politiche educative e ai diritti dei bambini, una nonna, atleta FIDAL e consigliera CONI Regionale, un laureato in giurisprudenza e dirigente sportivo, un laureato in lingue e cultura per l’impresa e dirigente sportivo, un laureato in scienze motorie, docente e presidente di una associazione sportiva, il titolare di un centro di medicina dello sport, un tecnico internazionale di danza sportiva, danzatrice sportiva agonista, con laurea in infermieristica, un formatore del settore minibasket ed ingegnere, decidono di ā€œstare insiemeā€e far nascere la propria ā€œOfficine delle Idee Sportiveā€, il proprio ā€œTeam Workā€.
Scoprono che, tutto sommato, non ĆØ complicato pensare insieme, guardare nella medesima direzione, ogni tanto, prima, spesso, si augurano, poi.
L’avventura ĆØ solo ai primi passi, ma come per un lungo viaggio, si inizia sempre dal primo passo. Obiettivi? Tanti. Dal miglioramento dell’offerta formativa delle associazioni sportive del territorio, all’organizzazione di iniziative finalizzate alla promozione dello sport, di corretti stili di vita, di una cittadinanza attiva. Ma tutto deve essere condiviso.
Condivisione, insieme ad Ascolto, Confronto e Crescita sono le parole chiave che deve caratterizzare l’azione del team. Abbiamo condiviso una istanza, urlata a gran voce dal nostro territorio comunale: quella di fare movimento, di fare sport, di creare benessere, di promuovere opportunitĆ , per tutti. E questo ĆØ quello che intendiamo fare, nei modi e nei tempi che capiremo, strada facendo, riunione dopo riunione, insieme.
Non so quanto sarĆ  lungo il nostro viaggio: non importa.

Mettersi insieme ĆØ un inizio, rimanere insieme ĆØ un progresso, lavorare insieme un successo.

cit. Henry Ford,


E parlare del viaggio ad altri ĆØ, in fondo, condivisione anch’essa.


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