Il rapporto che gli atleti hanno con l’errore spesso riflette il modo in cui l’allenatore lo gestisce. Se i ragazzi sembrano quasi “fare di tutto per perdere”, è possibile che dietro ci sia una paura di sbagliare, sfiducia in se stessi o disconnessione emotiva.
Dunque, se sei un allenatore, fai attenzione ai gesti e alle scelte che fai e a quello che dici quando sbagliano!
ln qualità di di allenatore influenzi il loro rapporto con l’errore!
– Se sottolinei ogni errore con gesti, parole o atteggiamenti, i ragazzi iniziano a giocare per non sbagliare, anziché per esprimersi.
– Se sostituisci o rimproveri subito dopo l’errore, il messaggio è: “Se sbagli, non meriti di restare in campo.”
– Se ti concentra sempre sui numeri o sull’esecuzione perfetta, gli atleti iniziano a temere il giudizio, soprattutto quelli meno talentuosi.
– Se non c’è un momento per riflettere sull’errore e normalizzarlo, diventa un tabù.
Come parlare di errore ma cambiare prospettiva?
Fai dell’errore una parte del processo: Inizia l’allenamento con un messaggio chiaro: errori giusti. Se non sbagli mai, significa che stai giocando con paura.
– In partita, anziché punire l’errore, premia l’intenzione giusta: “Hai perso palla perché hai provato un passaggio difficile? Bene, hai visto il compagno. Prova a farlo meglio la prossima volta.”
Cambia il linguaggio dopo l’errore: Aiutali a riflettere senza giudizio, trasformando l’errore in un’occasione per imparare.
Non si tratta di eliminare l’errore, ma di cambiare come lo vedono. Ricordati che sono giovani ragazzi in crescita, gli adolescenti sono diversi dagli adulti!
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