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Il bambino al centro della lezione

Oggi introdurremo il concetto di Leadership Trasformazionale. Attraverso questa lettura potrai acquisire strumenti e informazioni che occorrono per applicare i principi della Leadership Trasformazionale da utilizzare nella pratica quotidiana dell’allenamento e dell’istruzione sportiva.
Tali principi ti aiuteranno a costruire più facilmente un’esperienza sportiva positiva per i tuoi allievi, aiutandoli a raggiungere obiettivi importanti quali, una migliore prestazione sportiva, una maggiore partecipazione sportiva e un positivo sviluppo personale.

La pedagogia didattica si è sviluppata seguendo autori e principi tra cui annoveriamo il Neocomportamentista seguendo gli studi di (Pavlov Skinner, Watson) dove l’apprendimento avviene per stimolo risposta, l’apprendimento visto come addestramento con una passività del soggetto che apprende. Un apprendimento per piccoli passi con una istruzione programmata dove avviene un rinforzo immediato della performance positiva. Si ha una concezione negativa dell’errore con una Programmazione per obiettivi tecnici. 

L’impostazione comportamentista, particolarmente presente nella tradizione nord americana, è stata successivamente influenzata dal modello Cognitivista  (Piaget, Bruner, Gardner). La differenza è che mentre i comportamentisti classici considerano l’uomo come una specie di macchina messa in moto da condizionamenti ambientali, i cognitivisti considerano in genere l’essere umano comune entità attiva, vigile. L’Apprendimento considerala la relazione tra le strutture psicologiche del bambino. La motivazione assume un ruolo centrale, avviene la lettura della realtà attraverso le mappe mentali. Plasticità della mente e organizzazione disciplinare. Si considerano maggiormente la pluralità di stili cognitivi e intelligenze multiple. La programmazione avviene per concetti.

E da ultimo il modello costruttivista (Dewey, Vygotzsky,Rogers, Brown, Campione, Côté)
L’apprendimento è vissuto come processo condiviso (cooperative learning) e situazionale. L’apprendimento come processo euristico: centralità dell’esperienza e dell’indagine sui problemi. La conoscenza considerata come processo di negoziazione e costruzione di significati.
Il relativismo come rifiuto di atteggiamenti dogmatici o oggettivisti. L’Atleta/allievo visto come “attore” del proprio apprendimento (autoapprendimento) Capacità da parte dell’allenatore istruttore educatore di svolgere una analisi intrapersonale. Allenatore trasformazionale. Programmazione per problemi (ricerca-azione).

L’efficacia dell’insegnamento è la costante applicazione di conoscenze professionali, interpersonali, e intrapersonali per migliorare la competenza, la fiducia, la capacità di relazionarsi e la personalità in uno specifico contesto sportivo.

Per essere veramente efficace, più importante di cosa si insegna, e come si insegna. Quando si pensa all’efficacia di un allenatore è necessario considerare il legame che esiste tra le conoscenze e i  comportamenti degli allenatori (professionali, interpersonali e intrapersonali) e i risultati ottenuti dagli allievi.(Côté & Gilbert, 2009,)

Evidenze scientifiche hanno portato ad una modellizzazione sul tema relativo alla leadership nello sport. Durante alcune esperienze personali, allorquando componente dello staff tecnico del C.O.N.I. pavese, mi recavo a verificare l’attività dei centri di avviamento allo sport trovavo alcuni tipi di leadership. Tra le tante evidenziate alcune in particolare ponevano un alto coinvolgimento dell’allenatore ma una poca efficacia della sua azione pedagogico didattica, questa viene definita da Bass e Riggio nel 2006 come leadership tossica. Ho trovato anche un tipo di leadership dove il coinvolgimento minimo o addirittura nullo che implica un disinteresse dell’allenatore sia nella pratica dell’allenamento che verso i propri allievi. Ho trovato anche leadership di tipo neutrale che è riferita a quei comportamenti nei quali non è possibile identificare un coinvolgimento emotivo dell’allenatore quindi né completamente coinvolto nei completamente disinteressato. Forse la leadership di tipo transazionale è quella che ho riscontrato per la maggiore dove il rapporto allenatore allievo è stabilito attraverso premi e punizioni. le attività a cui l’allenatore dà importanza sono discutere come assegnare premi e punizioni, come controllare e reagire infrazioni delle regole o deviazioni da comportamenti standard da parte degli allievi. In sintesi se l’allievo ottiene buoni risultati, l’allenatore ricambia con apprezzamenti riconoscimenti, se al contrario l’allievo non migliora la propria prestazione viene biasimato se non punito. Il manifestarsi di questo tipo di leadership purtroppo è la conseguenza che gli allenatori e gli istruttori hanno frequentato una scuola di matrice novecentesca dove si considera più la didattica intesa come programma, piuttosto che le necessità dell’allievo.

La leadership trasformazionale invece è un processo che permette agli allenatori di trasformare gli stessi atleti in leader, promuovendone negli atleti lo sviluppo di alcune loro caratteristiche personali (competenza, fiducia, connessione e carattere).

La leadership di tipo trasformazionale è centrata sulla persona. Enfatizza la prestazione, la partecipazione e lo sviluppo personale dell’allievo e nel contempo realizza esperienze pratiche di qualità e molto soddisfacenti. Inoltre sappiamo che funziona perché c’è una notevole produzione scientifica che evidenzia il rapporto tra la leadership trasformazionale il raggiungimento di risultati positivi in molti settori e diverse culture ( economia e management, formazione, sanità, forze armate, sport )  sappiamo anche come questo atteggiamento funzioni: molte ricerche evidenziano che la leadership trasformazionale cambia come gli allievi percepiscono i loro compiti, essi stessi, le loro relazioni con gli altri il loro approccio al contesto. (Turnidge & Cotè, 2016) Per ultimo, precedenti studi hanno dimostrato che questo tipo di leadership può essere appresa e sviluppata. (Barling et al., 1996).

La leadership di tipo trasformazionale comprende quattro dimensioni chiave: (fig. 4)

Influenza idealizzata

Ispirare motivazione

Stimolazione intellettiva

Considerazione individuale

Fig4-Leadership-Transazionale
Fig.4

INFLUENZA IDEALIZZATA

Comportarsi come si predica

Nella influenza idealizzata l’allenatore è coinvolto in comportamenti che hanno lo scopo di guadagnarsi la fiducia ed il rispetto dei propri allievi, proponendosi come un modello positivo. Allievi che rispettano e credono nel loro allenatore è probabile che siano portati ad emulare i comportamenti dell’allenatore in ogni loro interazione. L’influenza idealizzata implica comportamenti quali:

Discutere e proporre come modelli valori sociali ed opinioni

Mostrare vulnerabilità ed umiltà

Proporre modelli di comportamenti positivi significa che l’allenatore deve fare ciò che è giusto e non ciò che è conveniente. Implica inoltre la necessità dell’allenatore di dichiarare e non nascondere le proprie opinioni. Infine mostrare umiltà e vulnerabilità comporta scusarsi per i propri errori e condividere le esperienze con gli allievi.

ISPIRARE MOTIVAZIONI

Credere nei propri allievi

Gli allenatori ispirano i loro allievi attraverso quello che dicono perché fanno. Il primo esempio di ispirare motivazione è relativo alla condivisione con allievi degli obiettivi e delle aspettative. Un secondo elemento è rappresentato dall’esprimere agli allievi la piena fiducia nelle loro capacità, definendo chiaramente le aspettative ed incoraggiando gli allievi nel perseguire sfide, ma con obiettivi raggiungibili, l’allenatore comunica loro che egli crede fermamente nella loro potenzialità. In terzo luogo, l’implementazione di una visione collettiva implica una visione convincente per la squadra o il gruppo di allievi e promuovere un senso di unità. Infine ispirare motivazione consiste nel fornire ruoli e compiti significativi e impegnativi. Utilizzando questo tipo di comportamenti, l’allenatore può migliorare la comprensione da parte degli allievi dell’importanza ed il valore dei loro compiti ruoli.

STIMOLAZIONE INTELLETTUALE

Coinvolgere gli allievi nel processo dell’allenamento

Questa dimensione della leadership trasformazionale si riferisce alla possibilità che l’allenatore posso rendere più indipendenti i propri allievi facendo vedere le cose anche da punti di vista diversi.

È in grado di suscitare negli allievi la possibilità di contribuire con idee e alternative nuove. La stimolazione intellettuale consiste anche nel condividere la presa di decisione e le responsabilità di leadership, tanto da prevedere per gli atleti opportunità per condurre esercitazioni, proporre esercizi aiutare altri compagni. Infine, l’allenatore che utilizza la stimolazione intellettuale deve enfatizzare il processo di allenamento. A tal fine, l’allenatore deve incoraggiare i propri allievi nell’impegnarsi in compiti anche difficili  valorizzare lo sforzo di apprendimento, piuttosto che solo i risultati.

CONSIDERAZIONE INDIVIDUALE 

Insegnamento centrato sulla persona

Questa dimensione della leadership trasformazionale si riferisce alla possibilità che l’allenatore può creare un contesto di apprendimento inclusivo e di sostegno per gli allievi. Tale contesto può essere realizzato nutrendo un vero interesse verso i sentimenti e le opinioni degli allievi, in modo tale da adattare le attività per soddisfare le loro esigenze e bisogni. L’allenatore deve mostrare un genuino coinvolgimento nelle preoccupazioni degli allievi anche per quel che concerne la loro vita anche al di fuori dello sport. In secondo luogo, l’allenatore può creare un ambiente positivo riconoscendo i successi degli atleti, ringraziarli per il loro contributi o fornire un feedback sui loro comportamenti (sia nello sport che al di fuori di esso).

Ecco gli undici comportamenti che potranno cambiare la vostra leadership creando una maggior empatia con i vostri allievi, seguendo le linee guida provate a esprimere un vostro comportamento.

COMPORTAMENTO ESEMPIO PERSONALE.
ADiscuto con i miei allievi valori e 
comportamenti sociali. Per esempio
propongo comportamenti rispettosi ai miei atleti, come rivolgersi educatamente agli arbitri.
BMostro vulnerabilità e umiltà ai miei atleti.
Per esempio, ammetto e mi scuso per i miei errori.
CDiscuto con i miei atleti obiettivi ed alternative.
Per esempio, definisco ruoli e responsabilità degli atleti per gli esercizi/allenamenti/partite effettuate.
DEsprimo fiducia nelle capacità dei miei atleti. Per esempio, dico espressamente ai miei atleti che credo in loro.
EImplemento una visione collettiva per i miei atleti. Per esempio, di volta in volta discuto con loro la nostra comune visione.
FFornisco ai miei atleti compiti e ruoli significativi e sfidanti. Per esempio, fornisco spiegazioni per le decisioni sulle motivazioni rispetto alle decisioni che che prendo
GCerco di suscitare reazioni da parte dei miei atleti. Per esempio, pongo loro domande critiche riguardo le attività pratiche.
HCondivido decisioni e responsabilità di leadership con i miei atleti. Per esempio, chiedo loro di condurre il riscaldamento.
IEnfatizzo il processo di apprendimento con i miei atleti. Per esempio, pongo enfasi su sforzo e apprendimento piuttosto che sui risultati.
JMostro interesse per i sentimenti e le opinioni dei miei atleti. Per esempio, mi interesso aelle loro vite al di fuori dello sport.
MRiconosco i successi e i contributi dei miei atleti. Per esempio, li ringrazio per il loro duro lavoro.

Si propone un laboratorio con varie esercitazioni. Chi fosse interessato può scrivere a nostro staff staff@minibasketinfo  


Di

Docente di metodologia dell’Insegnamento e dell’allenamento - Scuola Regionale dello Sport CONI Lombardia

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