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In palestra portiamo, oltre alla nostra esperienza, anche il nostro modo di essere.

Ciao a tutti,

Sicuramente tutti gli istruttori di minibasket sanno come devono comportarsi in palestra e nei propri centri minibasket, ma siamo sicuri che i dirigenti e i genitori siano al corrente di queste fondamentali regole?

Dobbiamo sempre ricordarci che i genitori ci hanno dato un compito importante affidandoci i propri figli, e questo non è quello di VINCERE le partite, ma di educare i bambini e introdurli nelle regole di comportamento e socializzazione di un gruppo; che adesso è la squadra, ma in futuro sarà la società, la scuola, il mondo del lavoro. In questa fase l’IstruttorEDucatore nelle poche ore settimanali cha ha a disposizione, deve contribuire all’autostima e alla crescita del bambino.

Come deve essere quindi il modello da seguire? E quali sono le conseguenze sui bambini?

Modello AUTORITARIO:

purtroppo esistono anche questi tipi di istruttori, che hanno come obiettivo la disciplina e l’ordine; quasi fossero a comando di un piccolo esercito; i ragazzi si muovono correttamente, fanno tecnicamente le cose giuste (o almeno quello che ordina l’istruttore); ma quali sono le ripercussioni sui bambini?

  • Sicuramente crea tensione e paura di sbagliare
  • Limita la creatività e la libera espressione
  • Premia o punisce senza giustificazioni valide.

L’aspetto importante in questo modello, è la tensione e la paura che il bambino ha nello sbagliare, limitandone la crescita tecnica in quanto non avremo bambini pensanti ma solo esecutori.

Modello PERMISSIVO:

nell’evitare la situazione elencata precendentemente, si rischia di cadere nell’esatto opposto, quello di essere troppo permissivi, tralasciando gli obiettivi per compiacere il gruppo. Certo che se la lezione si trasforma in “partitella 4c4” ottengo la felicità dei bambini con il minimo sforzo. Ma si ottengono miglioramenti?  Anche in questo caso dobbiamo tenere conto degli effetti:

  • Subisce la scelta del gruppo
  • Nel gruppo ognuno fa ciò che vuole
  • Dà suggerimenti solo quando richiesti

In questo modello i bambini saranno contenti ma i miglioramenti dal punto di vista motorio e di gruppo saranno minori, non svilupperanno collaborazione e non verranno abituati al rispetto delle regole del gruppo.

Modello PARTECIPATIVO:

Attenzione a non sconfinare nel tipo “Amicone” perché comunque siete voi l’istruttore e dovete guidare il gruppo e non farne parte.

Quindi bisogna dosare in modo corretto la propria autorità con le esigenze del gruppo. A chi non è mai capitato di preparare la lezione e poi arrivare in palestra e trovarsi scenari diversi dalle attese?

Esempio con pochi bambini, con bambini svogliati dopo una dura giornata di scuola, oppure a maggio con un caldo asfissiante. Ecco che qui si distingue l’istruttore che comprende e riformula la lezione in base alla propria esperienza.

Questo modello si adatta benissimo alle esigenze del bambino in quanto:

  • Indirizza il gruppo
  • Tiene in considerazione gli stati d’animo del gruppo
  • Offre rispetto reciproco, fiducia
  • Ha una partecipazione attiva nel gruppo

In questo modo il bambino si sente protetto e non ha paura di sbagliare, rispetta le regole perché tutti (istruttore compreso) le rispettano, propone idee gioco e sente che fa parte della squadra.

Ma tu che istruttore sei?

La dote indispensabile di un saggio educatore è la disponibilità e la capacità di soppesare dentro di sé le possibili motivazioni del comportamento del figlio.
(BRUNO BETTELHEIM)

quali sono le tue competenze?

Per essere un Ottimo istruttore non basta avere competenze tecniche, ecco perchè un buon giocatore non sempre è un buon istruttore.

ti chiedo di guardarti dentro e rispondere a che livello sono le tue

  • Competenze metodologiche
  • Competenze organizzative
  • Competenze Tecniche
  • Competenze Relazionali
  • Competenze Emozionali

spero, con questo mio articolo, di averti fatto riflettere.

Io ogni stagione mi rimetto in discussione e parto sempre da questi punti essenziali e se qualche lezione non va come io avevo programmato, per prima cosa verifico dove ho sbagliato, cosa potevo migliorare, cosa ho tralasciato. Da queste risposte trovo sempre la soluzione del problema, perchè il problema non sono i bambini che non ascoltano, ma il più delle volte siamo noi istruttori a comunicare in modo sbagliato.


Di

Istruttore Nazionale Minibasket Allenatore di Base Istruttore Easybasket

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