Ogni squadra ha un’identità, un cuore pulsante che la guida nei momenti di difficoltà. Ma cosa accade quando il gruppo si spacca tra chi gioca per la squadra e chi pensa solo al proprio successo personale?
Immaginiamo due scenari. Nel primo, ogni atleta mette il proprio talento al servizio del gruppo: non importa chi segna o chi recupera un pallone, l’obiettivo è comune. Si vedono collaborazione, sacrificio, fiducia. Anche chi gioca meno dà il massimo perché sente di far parte di qualcosa di più grande. Il risultato? Un’identità vincente e una squadra coesa, capace di affrontare le sfide con determinazione.
Nel secondo scenario, invece, prevale l’individualismo. C’è chi cerca di mettersi in mostra, chi si isola nei momenti difficili. Si vedono scelte egoistiche, poca intensità, mancanza di fiducia. Il talento c’è, ma non basta: quando le difficoltà aumentano, la squadra si sgretola.
Spesso, queste due realtà coesistono nella stessa squadra. Quando si vince, tutto sembra funzionare. Ma cosa succede quando i risultati non arrivano? I giocatori meno considerati si demotivano, i leader si distaccano, il gruppo perde coesione. Se non si interviene, la crisi diventa inevitabile.
Un allenatore che valorizza solo i più talentuosi rischia di creare gerarchie rigide e frustrazione tra chi gioca meno. Al contrario, chi riesce a dare valore a tutti, anche ai giocatori meno protagonisti, costruisce un ambiente solido, dove ogni atleta si sente coinvolto e motivato.
La chiave sta nella fiducia e nella chiarezza. Ogni giocatore deve sapere quale sia il suo ruolo e cosa ci si aspetta da lui. Anche chi gioca pochi minuti deve ricevere indicazioni precise e sentirsi parte integrante del progetto.
Premiare il sacrificio, riconoscere l’impegno, dare spazio a ogni contributo significa costruire una squadra resiliente, pronta a reagire nei momenti difficili.
Qui entra in gioco anche il mio ruolo. Come Mental Coach, aiuto gli atleti a sviluppare una mentalità collaborativa, lavorando sulla gestione delle dinamiche di squadra e dell’ego. Attraverso incontri individuali e di gruppo, accompagno i giocatori nel comprendere l’importanza del lavoro di squadra, nel gestire le emozioni e nel trovare motivazione anche quando il loro ruolo non è centrale.
Il successo, quello vero, nasce dalla collaborazione e dalla capacità di riconoscere che la squadra viene prima dell’ego. E soprattutto, dalla consapevolezza che ogni giocatore ha un valore, indipendentemente dal tempo che passa in campo.
E tu, cosa ne pensi?